Differenze fra psicoterapia e counseling


counseling psicoterapiaL'articolo di Luciano Berti mi ha fatto sorgere alcune importanti considerazioni sulle differenze tra l'approccio più tipico di un ascolto psicologico o psicoterapico e quello tipico del counseling. E' indubbio che i due approcci abbiano aree comuni (principalmente gli aspetti relazionali, il setting e gli strumenti tecnici di base) ma è altresì evidente che differiscano per alcune variabili fondamentali.

Se la finalità del lavoro psicologico è quella di curare, guarire, riparare, quella del counseling è più specificatamente quella di evolvere, lo sviluppo delle potenzialità insite nel cliente e facilitarne la consapevolezza con successiva crescita della personalità e sviluppo delle risorse personali. L'oggetto sarà il disagio, la sofferenza psichica nel primo caso (fino ad arrivare a disturbi psicologici dovuti a disturbo strutturale della personalità e conseguente riparazione di strutture, gravi disturbi e patologie) e problemi interpersonali specifici (nell'area del conflitto, dell'ambivalenza e dello stress) con scelte, decisioni da compiere, difficoltà nel secondo. 

Quando vado dallo psicoterapeuta la motivazione che mi spinge è un impegno intensivo alla ricerca e alla guarigione, se invece vado dal couselor la motivazione è più relativa alla soluzione delle difficoltà e all’apprendimento di strategie per migliorare la qualità della vita. Lo Psicoterapeuta è principalmente un "guaritore" mentre il counselor è principalmente un educatore, un allenatore, un facilitatore della consapevolezza. Nell'approccio psicologico la responsabilità maggiore è del terapeuta (presa in carico, responsabilità di aiutare, di risolvere la sofferenza, i nodi o i problemi), nel counseling invece la responsabilità principale spetta al cliente (abilità di coping e mindfulness=sviluppo di capacità di entrare in relazione in modo mindful con l’esperienza. Infine in psicoterapia si amplifica ed elabora la relazione transferale creando così una relazione asimmetrica Adulto-Bambino, nel counseling al contrario la relazione è paritaria, Adulto- Adulto.

Gli strumenti di base utilizzati sono sostanzialmente gli stessi (la parola, l'ascolto,  l'accoglienza) con differenze sostanziali: in psicoterapia si lavora sia sul rafforzare lo stato Adulto, sia in contatto diretto con il sé fragile, con lo stato “bambino” (nella modalità in associato). Lo psicoterapeuta può svolgere il ruolo di Io adulto che si prende cura del bambino (rigenitorializzazione e tecniche ridecisionali) per facilitare lo sviluppo dell’Io del paziente. Si utilizzano tecniche per facilitare la regressione (“al servizio dell’Io”) ed esperienze emotive riparative (in cui le emozioni intense vengono fatte amplificare ed esprimere catarticamente). Si lavora sia sul presente che sul passato;

nel counseling si lavora di più sullo stato “adulto“, sulle risorse della consapevolezza (solo "in dissociato", si lavora in modo indiretto evitando la regressione). La tecniche vengono usate per amplificare le emozioni costruttive e positive (stati risorsa) più che le emozioni “difficili” (tristezza e angoscia). Il presupposto è il lavoro con una personalità strutturata, si può contare su un Io in grado di prendersi cura del bambino e del sé fragile. L’obbiettivo rimane focalizzato sullo sviluppo di apprendimenti specifici e sulla capacità della persona di attivare risposte adattive ed efficaci per la soluzione delle difficoltà e delle situazioni conflittuali. Si lavora principalmente sul presente. Il Counselor è anche un istruttore, addestra a un training sulla consapevolezza, con esercitazioni, esperienze e tecniche che vanno più verso una dimensione di apprendimento che di cura.

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