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“GIOCHIAMO” AL MATRIMONIO. Le trappole psicologiche del sacro legame

Inviato da Nuccio Salis

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"Il matrimonio inizia secondo un modello ideale in cui ciascuno dedica un'alta percentuale del proprio sé alla felicità e al benessere dell'altro. Chiamo questa situazione 'contratto emotivo fraudolento', perché è impossibile sia per l'uno che per l'altra vivere tenendo fede a questo accordo" (Murray Bowen, da “Dalla famiglia all’individuo”)

 

Le persone guidate da un progetto di vita interno che non corrisponde alla loro autentica missione e alle caratteristiche della loro persona originaria, sono dirette a realizzare tale piano inconsapevole, in linea con il ruolo sociale che si sono scelti. Questa situazione contiene tutte le spiegazioni sull’origine di ciascun malessere umano. Essa rappresenta anche la condizione base per adescare o essere adescati nelle dinamiche relazionali caratterizzate da eventi spiacevoli, inconcludenti e svalutanti, che rinforzano e reiterano soltanto l’immagine stereotipa di noi stessi e degli altri.
Se si analizza e si riflette sulla moltitudine degli episodi riferiti a vicende coniugali infelici, diviene facile scoprire e concludere, mediante le note teorie di Eric Berne e successivi colleghi, che Il matrimonio costituisce il legame che più di tutti richiama un insieme di modalità di giochi transazionali.
Una persona che ha assunto su di se il ruolo della vittima che deve espiare un errore attraverso la pena corporale, giusto per fare un esempio, aggancerà inevitabilmente un soggetto alla ricerca di qualcuno da punire e da sottomettere strumentalizzandone il senso di colpa, per i propri scopi e vantaggi. In questo caso, le persone potranno cominciare la loro danza complementare, dando luogo a un evento che, seppur patologico, costituirà il loro equilibrio mediante cui riempiranno il tempo, soddisfacendo l’idea che posseggono circa se stesso e l’altro. È giusto precisare come tutto ciò avvenga su un piano del tutto inconsapevole, da parte degli attori coinvolti.


Bisogna sottolineare come la spiegazione di questi meccanismi segua un interesse esclusivamente scientifico, e che non intende in alcun modo disquisire ed addentrarsi su tutte le rispettabili convinzioni e scelte personali o questioni morali, religiose e giuridiche, relegate ad altri campi del sapere e dell’intervento umano. È bene mettere in evidenza questo punto, poiché i modelli teorici transazionali, se non assunti all’interno di una visione scientifica, possono essere caricati di proiezioni soggettive che contengono i propri valori, credenze ed esperienze personali, travisando l’intento stesso di questo approccio.
All’essere umano non piace, com’è noto, sentirsi svelare gli aspetti nudi e crudi di una verità che non riesce e non vuole ammettere e contemplare, ed è quindi molto facile che opti per sminuire la validità dei costrutti che spiegano la natura dei processi suddetti.
Chiarito questo aspetto non di poco conto, la disamina può proseguire riprendendo il tentativo di illustrare le dinamiche che soggiacciono alla complessità delle leggi che guidano gli scambi comunicativi fra le persone.
Chi sceglie di farsi dominare dall’immagine interiore del proprio personaggio, non potrà che cogliere proprio nel matrimonio l’occasione di vincolarsi ‘fino a che morte non lo separi’, ad un evento che consentirà di avverare tutte le profezie nascoste e adempiere a tutte le strutture narrative in linea con il falso Sé. La biografia del personaggio è già pre-scritta, e le persone incontrate non saranno che co-autori (protagonisti principali o secondari) del proprio dramma. Chi si unisce in matrimonio aderendo a questi aspetti sotterranei ed irrisolti, sta proseguendo la sua narrazione interiore aderendo a tutte quelle fantasie copionali che travisano dall’autentica essenza di sé. Le conseguenze non potranno che essere nefaste!
Quali tipologie di legami disfunzionali sono possibili? Diverse combinazioni possono essere ottenuti, dallo stimolo-iniziativa inviato dal personaggio 1, alla risposta complementare effettuata dal personaggio 2. Ricordo che il nocciolo della trama è intessuto da convinzioni inconsapevoli, di cui perfino i soggetti ignorano l’esistenza.

Esempi:

P1: “Ora mi ammalerò così tu dovrai prenderti cura di me”
P2: “Sono nato per prendermi cura di te”;

 

P1: “Ho commesso errori imperdonabili nella vita, quindi dovrai prendermi a calci”
P2: “Esisto per punire tutti quelli che sbagliano. Ti darò io una lezione”

 

P1: “Scoprirò cosa mi nascondi, così potrò darti del poco di buono e rovinarti”
P2: “Ho un terribile segreto. Tu lo scoprirai ed avrò la punizione che merito”

 

P1: “Lo so che finirà male fra noi. D’altronde la mia vita è tutta una catastrofe”
P2: “Hai ragione, è tutto così terribile, ci sono sempre problemi”

 

P1: “Desidero una morte romanzata, tragica e memorabile. Ti istigherò a uccidermi”
P2: “Di te potrò fare ciò che voglio, anche eliminarti”

 

P1: “Ti tradirò ripetutamente, e ti addosserò ogni responsabilità”
P2: “Avrò la prova che sei un fallimento. Io non c’entro mai niente”

 

P1: “Complicherò tutto, come al solito, ed avrò la prova di quanto io sia incapace”
P2: “Coglierò ogni occasione per ricordarti la tua inettitudine”

 

Ho immaginato e riportato diverse combinazioni di possibili contratti relazionali sottesi. Tutto ciò si muove anche in linea con quanto stabilito da Berne circa la seconda legge delle transazioni: ovvero che qualunque scambio comunicativo fra persone consta sempre di due livelli. Il primo è il messaggio sociale, evidente ed esplicito, ed il secondo è il messaggio ulteriore, invisibile e insidioso, che fa riferimento a un invito implicito in grado di attivare il dramma personale, dando luogo a intrecci interpersonali da cui ciascuno ricava la sua collezione di stati d’animo spiacevoli e conferma delle proprie convinzioni profonde.
Il matrimonio sembra proprio il contenitore più esemplare dentro cui si delineano queste forme di relazione inautentiche. Esso può essere visto come l’evento attraverso cui il personaggio interiore riceve l’oscar.
Il sistema ricattatorio, così definito ricorrendo al linguaggio dell’AT, è soddisfatto a livello processuale. L’unione coniugale, se non affrancata dalle dinamiche sopradescritte, comincia con una decisione interna della cui validità e impeccabile purezza ne è convinto ciascun rispettivo attore. Tale decisione è invece, di fatto, contaminata da emozioni antiche legate a vicissitudini assai remote, e che conservano ancora la forza di agire boicottando tutti i piani evolutivi della persona.
Occorre compiere un grande sforzo per accettare l’idea che tale passo della propria vita, non può che essere la pagina di un epilogo scritto dal nostro personaggio interno, e che se non viene svelato non può essere disciolto, e che dunque ci trascinerà nell’inganno peggiore che perpetuerà tutte le nostre errate convinzioni su chi siamo e su quale è il nostro scopo nella vita.
Quindi la domanda potrebbe vertere su ciò che ci resta da fare per ovviare alle perniciose insidie di questo orribile trucco, mascherato da gioia e senso di realizzazione. Sarà fondamentale sviluppare un atteggiamento di ricerca ed esplorazione del vero Sé, per scoprire quanto in parte siamo veri o se invece stiamo recitando una parte. Il personaggio interiore ha manifestazioni esteriori, ed è a queste che bisognerà puntare la propria attenzione, da sé o con l’aiuto di altre persone di fiducia, quali per l’appunto figure professionali dell’aiuto, che orienteranno la persona a compiere l’operazione di cui ciascuno al mondo ha più terrore: scoprire ed essere se stesso. Poiché questo implica l’uccisione e quindi il lutto di una parte di sé che, seppur immaginaria, può aver costituito già gran parte della nostra esistenza, permettendole di farci fare anche le cose più inadeguate. Forse potrà averci reso violenti, alcolisti, devianti, intrattabili, ma siamo sempre in tempo per scoprirlo, e rimediare.
Ma non è mai troppo tardi per riprendere le redini della propria vita. Non è mai troppo tardi per cambiare e per comprendere se le scelte che adottiamo ci appartengono, oppure sono il frutto delle spinte arcaiche mosse dal nostro Giudice Interiore. Comprendere tutto ciò con estrema trasparenza e sincerità potrà salvarci la vita, perché solo la verità rende liberi.
 

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