PADOVA: Scuola di Counseling a Padova - indirizzo Bioenergetico-Transpersonale

Inviato da Cesko Tormen

Scuola di Counseling

a indirizzo Bioenergetico-Transpersonale

Padova

www.counseling-img.it


  • 392 ore di lezioni teoriche frontali;
  • 308 ore di formazione pratico-esperienziale, tra laboratori  di sviluppo personale, sedute individuali di counseling e attività di supervisione didattica;
  • 150 ore di tirocinio assistito garantito per i diplomati;
  • Per un toale di 850 ore di formazione.

Conforme ai criteri didattici del CIAC (Coordinamento Italiano delle Associazioni di Counseling). 

In linea con gli standard formativi dell' EAC (European Association forCounselling).


IL DUPLICE INDIRIZZO

Il Corso di Formazione in Counseling a indirizzo Bioenergetico-Transpersonale nasce dall'esperienza trentennale dell'Istituto di Medicina Globale nel campo della formazione nelle professioni di aiuto.

Durante gli anni di attività dell'IMG nella città di Padova è emersa la grande efficacia e attualità di due distinte tradizioni disciplinari: da una parte la Psicologia Transpersonale, promossa da Bruno di Loreto Würms, Counselor Trainer e docente dell’IMG, e dall’altra la Bioenergetica di scuola reichiana, praticata da più di vent'anni da Claudio Tormen, naturopata e fondatore della Scuola di Naturopatia dell’IMG. Un simile potenziale formativo non poteva rimanere inespresso, tanto più che la spiccata complementarietà tra i due approcci non ha tardato a mostrare i propri risultati negli allievi del più vecchio Corso di Formazione in Naturopatia dell'IMG. Proprio tale complementarietà tra le due discipline ha destato grande interesse nei docenti della scuola, facendo nascere l’idea di un Corso di Formazione in Counseling a indirizzo misto.

Se il percorso terapeutico proposto dalla Bioenergetica si concentra sugli aspetti più viscerali della persona, quelli che ne costituiscono la base caratteriale, l’approccio Transpersonale lavora invece su ciò che trascende, in direzione unitiva, la dimensione personale. Eppure i due cammini si incontrano: in un certo senso ciò che per l’uno è il punto di partenza, per l’altro rappresenta il punto d’arrivo, e viceversa. La Bioenergetica prende le mosse da un lavoro sul carattere che, coinvolgendo in primo luogo il corpo, è finalizzato a liberare il soggetto dalle corazze emozionali costruite durante lo sviluppo della personalità, le quali impediscono di condurre una vita felice e libera, una vita, cioè, aperta anche agli aspetti spirituali dell’esistenza. L’approccio Transpersonale, dal canto suo, fa leva proprio su questi ultimi aspetti – spesso ostacolati dai modelli di vita della nostra società – per mettere in atto un processo di trasformazione e integrazione in grado di sciogliere i nodi problematici che compromettono la realizzazione personale.

Le due strade, insomma, partendo da polarità opposte della sfera dell’umana esperienza, si incontrano nel mezzo, quel mezzo che costituisce il tessuto della nostra esistenza cosciente, laddove hanno luogo i conflitti.

L’esperienza maturata con l’affiancamento di questi due approcci ha determinato l’esigenza di costruire un percorso formativo nel quale l’unione del lavoro Bioenergetico e di quello Transpersonale costituisse il cuore pulsante della formazione.


APPROCCIO PRATICO-ESPERIENZIALE E STANDARD EUROPEI

Nasce così a Padova la Scuola di Counseling a indirizzo Bioenergetico-Transpersonale, con l’intento programmatico di offrire un percorso formativo di carattere eminentemente pratico-esperienziale: l’idea condivisa dagli insegnanti delle due principali discipline è che l’unico modo per trasmettere efficacemente questo tipo di conoscenze sia l’esperienza diretta; e ciò sia mediante attività di sviluppo personale (individuale e di gruppo) – nelle quali i futuri counselor intraprendono un percorso di auto-conoscenza affine a quello attraverso cui dovranno saper condurre i loro clienti –, sia mediante attività di supervisione didattica: veri e propri laboratori di Counseling, nei quali si apprende l’arte della professione nell’atto stesso di applicarla.

La scelta didattica di privilegiare attività di carattere pratico (sviluppo personale, supervisione didattica e tirocinio assistito), assieme all’alto numero di ore di formazione (quasi doppio rispetto alla media delle scuole italiane di Counseling), colloca la Scuola di Counseling dell’Istituto di Medicina Globale al livello degli standard europei imposti dall’EAC (European Association for Counselling), oltre che permettere al diplomato di richiedere l'accreditamento del proprio percorso formativo presso le più importanti associazioni professionali del settore.

 

UNA COMPLEMENTARIETA' "NON INTEGRATA"

È chiaro che ciascuna delle due discipline che caratterizzano l’indirizzo della scuola vanta una propria completezza e avrebbe potuto dar vita ad un percorso formativo autonomo. Tuttavia si è mostrata singolarmente efficace proprio la loro azione combinata, che viene presentata in questo contesto come una complementarietà “non integrata”.

Perché “non integrata”? Nel costruire il percorso formativo della Scuola di Counseling non si è voluto tentare di fondare una terza disciplina che rappresentasse una sintesi dei due approcci: ciascuna di esse possiede una coerenza, una solidità e un’efficacia che sarebbe stato futile e azzardato mettere a rischio.

Ma c’è una seconda e più profonda ragione per questa scelta. Al giorno d’oggi la maggior parte delle scuole di Counseling – così come di Psicoterapia – si basano su un singolo approccio, cui sovente corrisponde una figura di riferimento prevalente: il fondatore o l’esponente più autorevole di quella disciplina. Ciò presenta senza dubbio alcuni lati positivi, in quanto garantisce una formazione altamente coerente ed efficacemente orientata ad un obiettivo. Ma comporta anche un grave rischio: la presenza di un solo modello interpretativo riduce lo spirito critico, limita quella pluralità che costituisce il volto più reale dell’esperienza, sia personale che terapeutica.

Al contrario, la presenza di un “conflitto” tra due approcci, due modi di interpretare – persino le diverse personalità dei due insegnanti principali – innesca nel discente un processo dialettico che conduce necessariamente all’approfondimento di entrambe le proposte, nella ricerca autonoma e personale di una loro integrazione. Oltre a ciò, la duplicità dell’indirizzo consente di ricordare che ogni teoria, ogni approccio, ogni disciplina che riguardi l’essere umano è soltanto un punto di vista, una rappresentazione di una realtà infinitamente complessa, e non una descrizione oggettiva ed esaustiva. È fin troppo facile irrigidirsi su ciò che si è appreso, applicare ciecamente un metodo soltanto perché è il solo che si è imparato, scordarsi di quell’irriducibile varietà che caratterizza l’esperienza viva, alla quale – che si stia seduti da un lato o dall’altro del tavolo – è auspicabile ridestarsi.


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