siamo tutti personaggi pubblici...


siamo tutti personaggi pubblici...

           

            Tutte le mode proposte-imposte hanno un forte potere condizionante, quella dell'abbigliamento come quella della meta delle vacanze, persino quella che ammicca ad un modello di famiglia o di partner. Il fascino della moda è oggi più incisivo e avvolgente per la pressione mediatica che, forte di un linguaggio accattivante, sapientemente orchestrato e della potenza delle immagini, ci conquista, alimenta in noi bisogni indotti tanto più quanto più siamo influenzabili o fragili in quanto scontenti di noi e della nostra vita. 

            Professionalmente ci sentiamo chiamati a prendere consapevolezza di questo fenomeno sociale, parametro di lettura della nostra realtà: comprendere quanto e come il turbinio delle proposte incida nella condizione cognitiva ed emotivo affettiva delle persone è comprendere il contesto nel quale siamo immersi ed è essenziale per agevolare chi si rivolge a noi per un colloquio o un percorso di  counseling.

 

Una moda diventa tale quando una novità comincia ad aggregare consensi e più ne conta, più conta per la comunità; in epoca di globalizzazione non c'è davvero da meravigliarsi se le novità che ci possiedono vengono da lontano, anzi per questo hanno ai nostri occhi un valore aggiunto, sono un implicito suggerimento ad allargare le nostre visuali. E così, allargando e imitando, ci ritroviamo ad essere felici di dare informazioni anche sulla nostra vita privata a...tutti, amici e amici degli amici e più numerosi sono, meglio è; siamo felici di ricevere messaggi sulla nostra pagina pubblica nel web, proviamo un evidente compiacimento per il numero a quattro cifre di amici su facebook, su linkedIn, ci dedichiamo con passione e cura a rivedere, ritoccare e aggiornare il nostro profilo e le nostre immagini. Se qualche occupazione ci distoglie da questo che ha finito per essere una vero e proprio lavoro, niente paura: è previsto un messaggio di sollecito -in automatico-  dal gestore del servizio e quasi sentiamo l'impulso a scusarci della nostra trascurataggine.

            Et voilà! Siamo diventati tutti personaggi pubblici a cui spettano onori e oneri esattamente come si conviene ad ogni personaggio pubblico, ma con una differenza inquietante rispetto a chi ha pubblica visibilità per il ruolo che ricopre o per il proprio lavoro: noi abbiamo deciso di abdicare alla nostra vita privata senza un briciolo di allenamento e consapevolezza sui rischi di una simile condizione, senza difese e senza un plausibile motivo se non l'imitazione altrui, alimentata dal desiderio di avere anche noi un po' di quella visibilità che gli altri hanno.

            "Se non sei visibile, non esisti!": una verità che vorremmo -forse in pochi-  modificare, perché è segno del problema di fondo dal quale derivano tutti gli altri in questa nostra vita di opulenza, di possesso del superfluo in cui non di rado manchiamo dell'essenziale. Mostrarsi agli altri e avere visibilità non è certo un errore, lo diventa quando è sostenuto da bisogno di compensare frustrazioni per vincere le quali nulla facciamo, lo diventa quando non è confronto di idee e valori, bensì prova di come siamo ben omologati e integrati nel web.

            Il percorso di counseling può aiutarci a riflettere, vedere con occhi meno vogliosi  ogni "specchietto" o rilucente "ottone" e  desiderare di agire per il nostro personalissimo Bene-essere.

 

 

Cordialissimamente,

Giancarla Mandozzi

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