Counseling e Genitorialità


counseling e genitorialitàOgni anno milioni di padri e madri si assumono un compito tra i più difficili: mettere al mondo una nuova vita, un neonato, un piccolo essere indifeso, assumendosi la totale responsabilità della sua salute fisica e psichica, della sua educazione, per prepararlo ad essere un futuro adulto che sia il più possibile collaborativo, costruttivo, integrato e di successo.
Il genitore è colui che genera, che procrea, che dà la vita … ma il suo compito non si limita solo a questo. Quando si diventa genitori si ha le tendenza ad assumere un ruolo, ad “indossare una divisa”, dimenticando prima di tutto di essere una persona.

 


Una volta diventati genitori infatti quasi si ignora la realtà della propria umanità, delle proprie fragilità e dei propri sentimenti reali e autentici. Può succedere di non sentirsi più liberi di essere se stessi, a prescindere dalle sensazioni che si vivono nelle diverse situazioni; in quanto GENITORI si può sentire il carico della RESPONSABILITA’ di dover sempre essere qualcosa di meglio che semplici persone.
Questo diventa un terribile peso: essere all’altezza delle situazioni; essere tolleranti senza condizioni; mettere da parte i propri bisogni; essere giusti in ogni circostanza; soddisfare ogni aspettativa e soprattutto non dover mai più ripetere gli stessi errori dei propri genitori.

 


Si può immaginare un ruolo/lavoro più arduo e oneroso come questo?
La società di oggi spesso incolpa i genitori dei problemi dei giovani, essi vengono rimproverati per aver prodotto una generazione di “ingrati; ribelli; contestatori; emarginati; bamboccioni …”
Ma chi aiuta i genitori?
Tutti noi abbiamo una storia, l’importanza della storia personale sta nell’influsso che questa esercita sul presente e se non ci siamo confrontati con i nostri limiti, i nostri vissuti intimi, se siamo lontani dalla consapevolezza di ciò che siamo, “saper fare e saper essere” genitori potrebbe diventare un’idea ingannevole ed i figli potrebbero prendere un cammino più incerto e confuso.


DIMENTICARE LA PROPRIA UMANITA’ è perciò IL PRIMO GRAVE ERRORE DI CHI DIVENTA GENITORE.
Riteniamo fondante riappropriarsi del concetto che prima di tutto i genitori sono individui, esseri umani dotati di una “tendenza attualizzante innata” che, se stimolata e recuperata, può essere di grande supporto e aiuto nel fronteggiare il proprio ruolo. Ri-scoprire chi siamo, che cosa ci aspettiamo da noi stessi e dai nostri figli, come comunichiamo, come ascoltiamo sono aspetti che possono ridurre le distanze emotive tra se stessi ed i propri figli, creare uno spazio di maggiore sintonia e scambio a favore di una relazione più amorevole e sana.
 

Quando i genitori dicono qualcosa a un figlio, spesso dicono qualcosa su di lui. Questo è il motivo per cui anche qualsiasi comunicazione ha un impatto tanto grande sul figlio e sulla relazione. Ogni messaggio comunica al figlio cosa pensiamo di lui e gradualmente egli si costruisce un’immagine di come lo percepiamo in quanto persona. La parola può essere tanto COSTRUTTIVA quanto DISTRUTTIVA.
 

I genitori possono creare un clima di rispetto ed accettazione che esclude la minaccia dei giudizi e l’uso coercitivo del potere, senza per questo sfociare nel disinteresse e permissivismo.
Gli esperti nella relazione di aiuto hanno dimostrato che comunicare una sincera accettazione è una modalità potente ed efficace, fa sentire la persona libera di manifestare anche aspetti sgradevoli di sé confidando nel fatto che saranno comunque accettati.
 

L’accettazione è una delle condizioni essenziali per stimolare la crescita ed il cambiamento, mentre la
la non-accettazione ed il giudizio inibiscono, producono diffidenza e chiusura.
Il counselling offre ai genitori/persone di acquisire strumenti per prevenire e/o fronteggiare problemi e conflitti; per ri-attivare una comunicazione sana ed efficace; per sperimentarsi arricchendo e recuperando la propria individualità condivisa e rafforzata anche in gruppo.
 

I genitori possono riconoscere il proprio valore, imparare a manifestare l’accettazione sincera di se stessi e del figlio, incoraggiandolo ad auto accettarsi, ad avere una maggiore stima di sé e fiducia nelle proprie capacità.
“Accettare l’altro così come è, è veramente un atto d’amore; sentirsi accettati significa sentirsi amati”.

Paola Razzano
Responsabile del percorso di Counseling e Genitorialità
della Libera Accademia Scienze Umane di Parma

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