Emozioni da mangiare


emozioni da mangiareIn uno dei miei tanti trip da dieta, un dietologo mi disse che avrei dovuto scrivere un diario alimentare. Immediatamente pensai al diario che Zeno Cosini, il protagonista de "La coscienza di Zeno" di Svevo, doveva scrivere, su indicazione del proprio psicoanalista, per smettere di fumare.

Ecco, pensai, devo scrivere un diario per smettere di mangiare! E già avevo segnato il destino di quella ennesima dieta. In realtà avrei dovuto scrivere la lista di quello che durante i giorni mangiavo, insomma una cosa eccitante quanto scrivere la lista della spesa, anzi la lista della spesa mi eccita di più.

Ho durato pochissimo a scrivere quello che mangiavo, anche perchè ogni volta che riportavo il dettaglio della combinazione del pasto, mi calava una tale tristezza nel leggere ciò che dovevo mangiare in base alle indicazioni della tabella alimentare.

Le mie diete duravano tutte pochissimo. Tutte dominate da un umore basso e poco nutriente. Il calo della circoferenza coscia era direttamente proporzionale al calo della mia serenità. La tabella più letta era assoultamente quella dei cibi PROIBITI, alcuni dei quali non mangiati nemmeno prima, ma che per il semplice fatto che erano stati bollati come vietati, all'improvviso diventavano vitali. Mi facevano agguati nel cuore della notte, me li sognavo, li vedevo ovunque e tutti gli altri li mangiavano, tutti tranne io. Una vita sociale d'inferno!!!

Ad un certo punto mi sono detta: ma perchè bisogna stare in tutta questa tristezza per raggiungere un obiettivo di felicità? Non sarebbe meglio camminare una via felice per raggiungere la felicità?

Così ho cominciato a scrivere un altro diario: quello dei cibi che mi rendevano felice e quelli che mi intristivano. Quelli che mi calmavano e quelli che mi eccitavano, quelli che mi facevano incazzare e quelli che mi facevano sbollire. Ho imparato, scrivendolo, a scegliere cosa mangiare. Insomma mangiavo e mangio ancora tutt'oggi in accordo con le mie emozioni.

Ho provato anche il contrario, ossia scrivere come mi sentivo dopo aver mangiato una certa pietanza e decidere di cucinare qualcosa in base all'emozione del momento. Ho imparato a rendere allegri cibi depressi ( come il petto di pollo ); ho imparato a riconoscere me stessa nelle ricette che preparo; ho imparato che cucinare ha un alto potere terapeutico sia per chi cucina sia per chi riceve il cibo preparato. Ho imparato anche una cosa fondamentale: quando sono davvero triste e le lacrime fanno a pugni con le ciglia, è meglio che mi faccia portare una pizza a domicilio, perchè qualunque cosa io mi metta a cucinare verrà malissimo.

Collegando emozioni e cibo ho scoperto che tutto ciò che mangio quando sono giù di corda o che mangio di mala voglia, mi resta non solo sullo stomaco, ma anche sui fianchi; invece quello che mangio quando sono serena e che a sua volta mi rende serena, lo smaltisco più velocemente. E' come se il mio metabolismo ingranasse una marcia in più, guidato dalla serotonina e dalle endorfine. Come quando esci dalla palestra o dalla piscina, non sei stanca anzi sei carica, tranquilla, a posto con il mondo.

Provate anche voi a scrivere un diario di questo tipo; diventate consapevoli di cosa vi rende felice mangiare, di cosa mangiate quando siete felici, tristi, ansiose, spaventate, arrabbiate. Se siete arrabbiate, mangiate quello che scegliereste da allegre, potrebbe farvi passare l'arrabbiatura......:)

Sono sicura di una cosa, che per me è fondamentale, qualunque cosa mangiata con amore e con gioia, insieme alle persone importanti della nostra vita, non fa ingrassare, ci nutre e ci conforta, ci riempie e ci sazia e non solo a livello dello stomaco, ma di tutto il nostro essere fisico e spirituale e su questo sono pronta a metterci la mano sul fuoco :)

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