Meglio un counselor buono o un buon counselor?

Inviato da Nuccio Salis

buon-counselorSono un counselor. Io capisco, io accolgo. Sono un professionista dell’ascolto. Io non posso fare il gesto delle corna e mandare in malora chi mi taglia la strada con l’auto mettendo in pericolo la mia vita. Questo un counselor non lo fa. Io insegno comunicazione efficace, e non posso mai dire a qualcuno “mi spiace ma non ho voglia di ascoltarti”, perché sono un counselor. E come counselor devo essere accogliente. Non posso sbattere la porta in faccia a un rappresentante di mollette a presa di coccodrillo; non è vero che non mi servono, perché sulla porta ci sono scritte cose come “Braccia Aperte”, “Intorno al Cuore”, “Una strada verso il Cielo s.r.l.”, e allora un rappresentante di mollette a presa di coccodrillo magari suona lì, perché sa che gli aprirà la porta un counselor, e un counselor è buono, sorride sempre, è sempre cordiale, accomodante, gentile.

Poi infatti consiglierò al rappresentante di mollette a presa di coccodrillo di suonare anche dal collega, che forse per non far suonare il campanello dai rappresentanti di mollette a presa di coccodrillo non si è chiamato “Sorriso di Arcobaleno”, Abbraccio di Luce”; per non dare nell’occhio lui s’è chiamato Epochè. Sottotitolo “Alla ricerca della Paideia”, che alcuni bravi co-inquilini, perché alcuni sono per bene, finisce che ti prestano l’antiaderente senza chiedertelo nemmeno indietro. Peggio per chi non si fa capire da tutti, per chi al posto di un’immagine della colomba circondata da un cuore pulsante con raggi luminescenti, ci si è messo una stella di mare che esce dalla conchiglia, ed ora i rappresentanti delle mollette a presa di coccodrillo gli suonano per chiedergli quanto fa in totale pernottamento e colazione. Ma anche il mio collega è costretto a fornire tutte le informazioni in modo sempre cortese, aggraziato; è un counselor pure lui.

E noi counselor, dopo che abbiamo spiegato che mestiere facciamo, poiché ci viene chiesto puntualmente dopo averlo pronunciato, tranne da quelli che fanno finta di saperlo e magari immaginano che estraggo fossili in Patagonia; veniamo guardati come qualcuno che a) è troppo buona questa persona, quindi a1) lo ammiro oppure a2) lo fotto. Ammesso che possa scriverlo, essendo un counselor devo sempre utilizzare un linguaggio appropriato. Io preferisco quelli che immaginano che estraggo fossili in Patagonia.

Se la vita pubblica e lavorativa di un counselor è difficile, lo è di più la sua vita privata. Non sono ammesse distrazioni con la mia fidanzata, lei lo sa che sono un counselor (ma io perché gliel’ho detto? Forse per non sposarmi. Funzionerà?). Quindi niente urla, perché io uso la Voice quality,niente dita puntate e sollevate perché io ho un Body language congruente con la mia flemma. Nel mio setting osservo il mondo, fuori dal mondo il setting osserva me.

Per fortuna non leggo nel pensiero, quello lo fanno gli psicologi, io sono solo un counselor, quindi sono un buono, e mi distinguo fra la folla, certo, questo è sicuro, un counselor puoi riconoscerlo senza sapere di cosa si tratta. Un esempio concreto? Provate a scrivere qualcosa in italiano che abbia però in mezzo la parola counselor. Il pc non farà altro che sottolinearla in rosso. Spesso siamo proprio come in questo documento word, incompresi, ma bene in evidenza.

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